LINIBIZIONE DEL FATTORE DI CRESCITA TUMORALE MIGLIORA GLI ESITI DELLA TERAPIA STEROIDEA NEI PAZIENTI CON SJS TEN
Anche per questo, a partire dall’esperienza americana della National Alopecia Areata Foundation, sia pazienti che medici hanno ritenuto che possa essere utile anche in questa patologia la creazione di associazioni e gruppi di supporto. I prodotti sono stati utilizzati contemporaneamente o consecutivamente, e la dose, la durata e la combinazione differivano sostanzialmente tra i diversi cicli. Ulteriori aspetti che rendono ancora più difficoltosa una stima degli effetti collaterali sono la scarsa consapevolezza dei medici riguardo il possibile abuso di anabolizzanti e la riservatezza dei pazienti durante la fase di raccolta anamnestica. A questo va, inoltre, aggiunta la scarsità di studi scientifici condotti allo scopo di analizzare gli aspetti critici dell’uso improprio di tali farmaci. Secondo le linee guida della Surviving Sepsis Campaing, i corticosteroidi non andrebbero impiegati nei pazienti con sepsi.
- Ci sono evidenze che suggeriscono che statine e fibrati, ovvero tutta la categoria dei farmaci ipolipidemizzanti (lipid lowering agent di seguito LLA), inducono tendinopatia che tende a risolversi dopo 1-2 settimane dall’interruzione della terapia.
- L’uso di Deca-Durabolin senza necessità terapeutica costituisce doping e può determinare comunque positività ai test antidoping.
- Senticosus sembra non avere effetti significativi sui livelli di T endogeni [ 1 , 104 , 105 ].
Inizialmente furono proposti trattamenti con alte dosi per brevi periodi, la cui è efficacia è stata smentita da alcune revisioni alla metà degli anni’90 (1). Per questo motivo sono stati proposti regimi terapeutici a basati su dosi più basse, ma le evidenze a riguardo risultano tutt’ora contraddittorie con i due più importanti trial randomizzati che riportano conclusioni conflittuali (Annane 2002 e Sprung 2008). Gli antinfiammatori steroidei hanno un utilizzo più specifico rispetto ai comuni FANSe mentre i FANS possono essere utilizzati in modo occasionale e sporadico, gli antinfiammatori steroidei necessitano invece di essere assunti in maniera regolare e per un periodo più prolungato. La riproduzione e la trasmissione in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o altro tipo di sistema di memorizzazione o consultazione dei dati sono assolutamente vietate senza previo consenso scritto di Aimac. Quando il trattamento si conclude, alcuni pazienti accusano crampi muscolari per un breve periodo.
0 FORMA FARMACEUTICA
Gli effetti collaterali sono particolarmente marcati nei pazienti con anticorpi anti-MuSK, nei quali la terapia con anticolinesterasici è generalmente da evitare. La terapia del LES si avvale dell’uso combinato di cortisone e farmaci cosiddetti di fondo o risparmiatori di steroidi, alcuni dei quali di recente introduzione. Oggi sappiamo che il cortisone deve essere utilizzato alla dose più bassa possibile in modo da ridurre i suoi effetti collaterali. Al di fuori dei momenti di grave acuzie, il cortisone deve essere somministrato in unica dose giornaliera dopo colazione e appena possibile debbono essere introdotti dei giorni di pausa settimanale fino ad arrivare alla terapia a giorni alterni. Per quanto riguarda gli altri farmaci, gli antimalarici (clorochina e idrossiclorochina) sono quelli utilizzati da più tempo e vengono riservati a casi non gravi di LES soprattutto per controllare manifestazioni cutanee, articolari o sierositi.
Alcuni pazienti possono raggiungere una remissione completa e in un’elevata percentuale di casi è possibile ottenere un ottimo controllo clinico con una terapia a basso dosaggio. In condizioni normali, il numero di AChR attivati – per ogni impulso nervoso – è molto più elevato di quanto sarebbe necessario per generare una variazione di potenziale che raggiunga il valore soglia, per cui l’ampiezza del potenziale di placca supera di 2-3 volte il minimo necessario per attivare il muscolo. Questa differenza costituisce cosiddetto il fattore di sicurezza della trasmissione neuromuscolare, e dipende da fattori sia pre-sinaptici che post-sinaptici.
Malattie che richiedono terapie con glucocorticoidi e rischio di fratture
I pazienti che hanno avuto una storia di tumore alla prostata e nelle donne con storia di tumore al seno (che sono i tumori più frequenti rispettivamente per il sesso maschile e femminile) svolgono un trattamento standard che prevede l’uso del GnRH determinante una deprivazione ormonale. La deprivazione ormonale determina ipogonadismo che a sua volta determina un maggiore turn over osseo, una perdita della massa ossea e un aumentato rischio di fratture (52). Anche qui una terapia di monitoraggio della qualità e quantità ossea che preveda un approccio sia farmacologico (calcio, vitamina D, bifosfonati) che educativo sullo stile di vita è consigliabile (53). Un discorso simile può essere esteso al Megestrol e agli agenti progestazionali utilizzati per la cura del tumore metastatico al seno e dell’endometrio (54). La leucemia limfoblastica acuta nei bambini viene generalmente trattata con il metotrexato che a causa di una reazione idiosincratica avversa può determinare dolore osseo, osteoporosi e fratture da stress (54)(55).
- L’olio va massaggiato per 2 minuti almeno e, per favorirne l’assorbimento, il capo va tenuto coperto con un asciugamano caldo per almeno un’ora.
- Se, invece, gli steroidi vi sono somministrati per prevenire la nausea e/o il vomito (antiemetici), la scheda non vi sarà consegnata.
- Ciò può avere come conseguenza dolore (localizzato soprattutto alla regione lombare), maggiore tendenza alle fratture e perdita di peso.
- In aggiunta all’attività anti-infiammatoria, il cortisone presenta la capacità di modulare, inibendo, il sistema immunitario e per questo motivo trova largo impiego nella prevenzione del rigetto dei trapianti e nel trattamento delle patologie auto-immuni.
- L’azatioprina viene invece utilizzata nelle forme di media gravità o come prosecuzione della terapia dopo l’induzione con la ciclofosfamide.
Il trapianto allogenico è a maggior rischio di GVHD, quindi questi pazienti sono spesso sottoposti a terapia steroidea e ciclosporina protratta nel tempo. La perdita di massa ossea riguarda tutti i siti scheletrici ma soprattutto il femore nei primi 3-12 mesi dopo il trapianto, con necessità di intervenire in modo precoce dopo l’intervento. Le raccomandazioni cliniche sottolineano che occorre una valutazione del paziente a 360° con DXA (a livello femorale e lombare) e morfometria vertebrale; il FRAX non steroidi è validato per predire il rischio di frattura in questi pazienti. Le raccomandazioni suggeriscono di integrare vitamina D e calcio tramite la dieta, evitare alcolici e fumo ed effettuare esami biochimici completi del metabolismo fosfo-calcico (PTH, calcio, fosfato, elettroforesi proteica, creatinina, CTX, fosfatasi alcalina, 25OHD3, calcituria 24 ore) e per l’asse gonadico. Le terapie oncologiche possono essere dannose per l’osso, per cui occorrono delle valutazioni dal punto di vista osteometabolico.
Effetti degli anabolizzanti sulla salute
Sono stati fatti enormi sforzi per produrre una forma orale attiva di T, e un candidato di successo è l’estere undecanoato di T [12 ]. L’androstenolone può essere ottenuto da steroidi di origine vegetale, come la diosgenina da specie Dioscorea (Dioscoreaceae), Trigonella foenum-graecum (Fabaceae) e solasodina o tomatidina da varie specie di Solanum e Lycopersicon (Solanaceae) mediante degradazione del marker e rimozione della catena laterale. Inoltre, 5 può essere ulteriormente modificato sinteticamente mediante alchilazione in posizione C-17 e successiva ossidazione con conseguente potente anabolizzante 17α-metiltestosterone 6 o methandienone 7 (figura 2B).
Un altro effetto collaterale molto specifico è la cosiddetta tosse da trenbolone (particolarmente prevalente nel trenbolone acetato), un fenomeno il cui meccanismo non è stato ancora spiegato in modo soddisfacente e si ritiene sia correlato all’interazione con i recettori delle prostaglandine. Tra gli altri effetti collaterali relativamente comuni dell’uso del trenbolone vi sono la disfunzione erettile, la riduzione del desiderio sessuale, la sudorazione notturna, l’insonnia, l’aumentata aggressività, l’ansia e i problemi cardiovascolari [56 ] . 1-testosterone ( 24 ,Figura 6è un derivato sintetico di T avente un doppio legame Δ 1 invece del legame Δ 4 come nella molecola naturale. Ha attività sia androgena che anabolica e sembra essere metabolizzato dal rene [ 59 ]. Methasterone ( 25 ,Figura 6) è un analogo 17α-alchilato attivo per via orale del drostanolone.
Per le forme più severe di malattia con coinvolgimento renale o del sistema nervoso centrale, il farmaco più prezioso è indubbiamente la ciclofosfamide. L’azatioprina viene invece utilizzata nelle forme di media gravità o come prosecuzione della terapia dopo l’induzione con la ciclofosfamide. Il methotrexate viene utilizzato in presenza di artrite, sierosite o segni di vasculite. Infine la ciclosporina A risulta utile nelle forme di malattia di media gravità, in corso di piastrinopenia e in certe forme di impegno renale. Infine la plasmaferesi o la terapia con immunoglobuline umane per via endovenosa vengono riservate a casi particolarmente gravi, resistenti alla terapia convenzionale o dove questa risulta controindicata. La plasmaferesi e l’infusione di immunoglobuline vengono utilizzate come terapia di emergenza, nelle fasi di peggioramento della MG (incluso il peggioramento iniziale da steroidi) e, più raramente, come trattamenti periodici, in casi selezionati che non rispondono o non tollerano gli immunosoppressori.
Testosterone e derivati del testosterone (steroidi correlati)
Il comitato ha raccomandato il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio per MabCampath. L’autorizzazione di MabCampath è stata rilasciata inizialmente in “circostanze eccezionali” in quanto, per ragioni scientifiche, non è stato possibile ottenere informazioni complete sul medicinale. Dal momento che la casa farmaceutica ha fornito le informazioni supplementari richieste, la suddetta condizione è decaduta il 4 luglio 2008. L’assunzione del cortisone può causare ipokaliemia soprattutto in associazione con alcuni diuretici, insonnia, capogiri, emicrania, aumento dell’appetito, provocare un accumulo di liquidi, alterare la risposta agli anticoagulanti riducendo in particolare la risposta ai cumarinici.
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